Questo è un libro sulle età della vita e sulle aspettative che il mondo occidentale crea nelle menti dei giovani adulti, terreno fertile per sensazioni di smarrimento ed irrequietezza.<br />
Come si legge nell’introduzione, infatti “In uno studio del 1928, frutto di una ricerca sul campo nelle isole Samoa, la grandissima antropologa americana Margaret Mead sostenne che le difficoltà di cui tanto si discute a proposito della cosiddetta fase adolescenziale sono in realtà l’effetto non della crescita fisiologica del ragazzo quanto di influenze e modi di educare propri delle nostre società”.<br />
Un confronto con le società tradizionali, dove le abitudini educative e la concezione del mondo sono differenti da quelle contemporanee, ci aiuterà a guardare con occhi nuovi quel periodo che l’autrice chiama, dando titolo al volume Il tempo dello smarrimento poiché “non esistono l’adolescenza o la prima gioventù come noi la intendiamo: vi sono solamente bambini – che formano il mondo dell’infanzia, intesa come il tempo dell’immaturità sessuale e delle attività non produttive – e adulti, definiti tali dall’acquisizione di una piena maturità sessuale e della capacità di lavoro”.